Un libro delizioso, scritto dalla giovane Alice Cappagli, che di professione fa niente di meno che la violoncellista dell’orchestra del Teatro alla Scala.
Ma non si tratta di musica in queste pagine, bensì di filosofia. O perlomeno, di vita. Il libro racconta la tenera e divertente oltre che umanissima storia di una ragazza livornese, male in arnese, che accetta per sopravvivere a un marito molesto e molestatore, di leggere libri a un anziano non vedente –per usare un termine politically correct– e riordinargli la caotica casa. Lei è fresca e semplice, del contesto livornese si sentono materialmente le aspirate del modo di parlare e si vedono le belle case colorate, il brioso mercato generale, la ventosa terrazza Mascagni, le chiese affacciate sul mare in una girandola di personaggi.
Lui è il vecchio amico che tutti vorremmo avere per imparare a vivere. Oltre che un gran signore e un animo nobile.
La vicenda si snoda tra il mare, dove Maria Vittoria riesce anche a trovare l’amore in un biologo marino, e l’appartamento del Professore, foderato di libri, dove lui si muove come seguendo un suo personale radar interno, avendo perso la vista ma non lo humour e la sapienza. Tutt’intorno un coro di personaggi un po’ sballati, da quelli della famiglia di Maria Vittoria a quelli della famiglia del Professore, oltre che ad un amabile e spassoso trio di amici molto eruditi e bizzarri, che si prodigano per non lasciare solo nel suo buio il vecchio amico, così come alcuni studenti che non hanno dimenticato il loro mentore.
Nella casa luminosissima all’ultimo piano di un palazzo dove il libeccio la fa da padrone “modificando pensieri e umore”, il profumo di una zuppa di lenticchie si mescola ai Pensieri di Pascal: il Professore chiede a Maria Vittoria di prendergli un libro in un certo posto di un certo scaffale, di cui non ha scordato per nulla la planimetria e le fa leggere un passaggio di Seneca o Epitteto o Spinoza o Agostino, mentre lei cerca accuratamente di camuffargli le odiate zucchine in qualche intruglio molto salutare. Le citazioni dei filosofi azzeccano alla perfezione i problemi quotidiani dei due protagonisti, che stanno vivendo nella loro armonia intensa e bellissima. Ma le parole del Professore non s’innestano soltanto nell’animo della ragazza ma anche nel nostro, come se la sua lezione sedimentasse senza che ce ne accorgessimo e ci facesse individuare in alcuni eventi o in certi pensieri i “fondamentali” della vita.
La figlia e le nipoti del Professore, squinternate e svagate, gli allievi spiritosi e solidali, i tre sapienti che si esprimono con la proprietà di linguaggio del Grillo Parlante fanno da contorno alla vita del Professore, che a fiuto intuisce la presenza di animali e di fiori, perché la luce fortissima del cielo gli lascia intravedere le ombre. Un rapporto a tratti comico e a tratti ruvido e affettuoso, con la continua e attenta prudenza della ragazza a cogliere tutti gli aspetti del declino del vecchio e la sua sensibilità, oltre che a suscitare in lui un atteggiamento paterno e complice.
In questo contesto Maria Vittoria scopre che la filosofia può essere utile nella vita di tutti giorni e che queste letture diventano uno strumento impensabile per mettere a fuoco i problemi della sua esistenza, ricostruirne “i cocci” e trovare la forza di risorgere. Così la complicità fra i due si evolverà in un tenero mutuo soccorso che suscita autentica commozione, senza scadere mai nel banale o nel melenso. È la vita, la vita dura di tutti i giorni, il pavesiano “male di vivere” che la fa da padrone fino alla fine, di cui avevamo avuto un assaggio nelle pagine dei filosofi prediletti dal Professore, perché, dice lui a un certo punto “ ..siamo tutti noi gli unici responsabili della forma che imprimiamo alla felicità, nostra e degli altri”
Paola Maria Campolo dice
Grazie Paola per questo commento, così conciso e allo stesso tempo esaustivo.
Il libro sembra intrigante. Credo che lo acquisterò quanto prima.
Vorrei vivere anch’io un’esperienza come quella della protagonista, sebbene io non sia altrettanto giovane.
Mi trovo in una fase della vita in cui, se potessi, ricomincerei tutto, come un’adolescente che si affaccia sul mondo.
Spero di riuscire.
Ciao
renata annable dice
Grazie Paola, sei sempre esaustiva ! Brava
… al piacere di incontrarti presto