E’ cosa nota a tutti che cominciamo a invecchiare a vent’anni, quando cioè si è nel massimo fulgore del corpo e, secondo quanto dicono certi studi, pure della mente, che non sarà mai più così potente come a quell’età. Le più grandi scoperte scientifiche sono state fatte da ventenni.
L’invecchiamento inizia dunque in quel momento dal punto di vista biologico. Ma dal punto di vista psicologico, quando si comincia a invecchiare? I due processi sono molto simili: esiste una fase di maturazione che termina quando l’individuo ritiene che la maggior parte di scelte di vita siano compiute, seguita da una fase più o meno lunga di stabilità, che culmina con l’inizio della fase discendente.
Se guardandoci allo specchio è semplice capire quando qualcosa comincia a sciuparsi, dal punto di vista psicologico qual è il segnale che dà il via al decadimento?
Il primo segno è quando uno decide di non potere fare più le stesse cose che faceva prima, innestando così un declino: alludo per esempio a una corsa che ci sfiata, a un cibo che non riusciamo più a digerire, a un amore che ci spaventa perché temiamo che non funzioni per colpa nostra: cioè a tutte quelle cose che caratterizzano il nostro vivere, senza pensare al lavoro che diventa comunque e sempre più insopportabile.
Quando si dice la frase terribile “ Mai più ” è la spia rossa che ci fa capire.
Questo in genere si avverte verso i 35 anni, età in cui la pelle appare liscia e priva di macchie o rughette, sebbene il processo cellulare sia già in atto dai 25, con una perdita di tono dei tessuti. Ma non sono solo gli anni a incidere sulla bellezza del nostro viso e del nostro corpo, ma anche il nostro vissuto.
Poi ci sono delle vere e proprie seccature come una diminuita tolleranza al glucosio, l’aumento della pressione, la diminuzione della massa muscolare oltre a un leggero calo delle difese immunitarie. Insieme all’ingrigire dei capelli, pure vista e udito s’indeboliscono. E anche la voglia di fare l’amore. E la memoria e l’intuizione impercettibilmente si modificano.
Ma sono i nostri dolori piccoli e grandi a incidere sul nostro corpo. È la mente che dà il colpo di grazia. Invecchiando ci si domanda perché diavolo si debbano affrontare tutte queste umiliazioni: il fatto è che nei secoli scorsi si viveva di media 45 anni, mentre oggi se ne vive quasi il doppio ed il problema si pone proprio e solamente nei tempi nostri. Ma allora, tutto nero? No!
Cosa non invecchia? Secondo Oscar Wilde l’anima nasce vecchia ma ringiovanisce – e questo fa della vita una commedia- mentre il corpo nasce giovane ma invecchia -e questo fa della vita una tragedia. Ma sembra che soltanto la perdita dell’entusiasmo faccia invecchiare l’anima. A tutte le età della vita lo stupore per un cielo pieno di stelle o la semplice voglia di vivere sono un potentissimo anti-age.
Perché lo spirito non invecchia, è simile a una tela di ragno, dietro a ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza. Il segreto è quello di non vivere di foto ingiallite: se ci manca qualcosa bisogna tornare a farla. Insistere, quando tutti si aspettano che si molli.
C’è chi sostiene che a quarant’anni una donna raggiunga il massimo del suo splendore in bellezza, stile, personalità e coscienza di sé. Ma nel corpo la trasformazione agisce, comincia un leggero incremento del grasso, diminuisce lo spessore delle ossa e, se non si fa sport, inizia un minuscolo incurvamento della spina dorsale. Si fatica da pazzi a eliminare ogni chilo in più.
L’attività fisica diventa un imperativo categorico e poi, all’erta, comincia il climaterio e il maledetto metabolismo rallenta. È uno dei nostri peggiori nemici, che si può combattere con 4-5 piccoli pasti al giorno e molto movimento.
Quanto all’autostima, deve per forza subire un’impennata, per contrastare le piccole perdite distribuite subdolamente in tutte le altri parti del corpo: e dunque ha ragione Oscar Wilde, si deve puntare tutto sul nostro spirito, non lasciarlo mai diventare decrepito.
Poiché l’istinto di sopravvivenza è inesorabile, cerchiamo di volerci bene: s’invecchia solo se si modifica la propria personalità. Anzi c’è addirittura chi dice che invecchia solo chi lo vuole: se chi è giovane non pensa mai alla vecchiaia né tantomeno alla morte, vuole dire che si rimane giovani soltanto se si continua a non pensarlo, anche perché non serve a niente.
Addirittura Emily Dickinson ha scritto – e lei non era un’allegrona- che con gli anni non si diventa vecchi ma ogni giorno più nuovi. Balle? Forse, ma avete capito il senso. Osservare come bambino il grande mistero che ci circonda -pensa Einstein- è la via regia dell’anima giovane. Attenzione! Bisogna farlo, perché quando il leone invecchia anche la mosche osano attaccarlo!
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