La domenica in genere vado a mangiare la pizza con mia figlia. E’ un rito che ripetiamo da anni, soprattutto perché abbiamo trovato un’ottima pizzeria dove la fanno senza glutine e senza lattosio, come predilige lei. La pizzeria è gestita da una famiglia con la quale abbiamo fatto amicizia nel corso del tempo e con la quale soltanto durante il lockdown abbiamo perso i contatti.
Così quando la settimana scorsa ci siamo ritrovati ci siamo fatte grandi feste e, al momento di pagare il conto, d’improvviso ho visto la signora seduta appoggiata al muro, che teneva fra le braccia un nuovo personaggino. Una bimba di due mesi tutta ricciuta, adagiata nel grande, soffice e morbido abbraccio della nonna, che dormiva beatamente. D’improvviso mi sono fermata, avvinta da quella scena degna di un quadro, così dolce e colma di tenerezza da togliermi la parola.
L’abbraccio era ampio e caldo, gli occhi della giovane e bella nonna erano concentrati sul faccino della piccola, con un’espressione totalmente appagata di gioia e rapita dalla bellezza dei tratti della bambina. Sì, avrebbe potuto essere un quadro. Piena di meraviglia mi sono rivolta alla mamma poco distante, che ha immediatamente ha compreso la mia richiesta muta e ha detto “ E’ stato il lockdown, non ci siamo viste…” Una gravidanza inattesa, poi le vacanze e infine l’apparizione di quel nuovo essere umano che stava catalizzando gli occhi di tutti.
E’ stato per questo, per l’espressione della nonna, che ho pensato di parlarvi ancora una volta della “ Nonnità”, di cui, come molti di voi sanno, ho scritto un piccolo libro che si trova sul mio blog ed è scaricabile gratuitamente, in cui credo di avere riversato tutta la forza dei sentimenti della MIA nonnità a distanza. Negli anni, quei bimbi “lontani come le prime stelle” perché vivono a Parigi e che ho contribuito a crescere, ormai vanno all’università, ma i miei sentimenti antichi mi obbligano a vederli sempre con gli occhi di quando li ho tenuti per la prima volta nelle mie mani.
Il peso dolce e leggero di quei corpicini – rovente per il mio cuore – nelle mie mani avide d’amore sconquassava il petto dalla felicità. Nel tempo ho seguito molte mie amiche nella loro nonnità, da Denise che ha appena portato la sua bimba in prima elementare, a Elena che vive su skype come me la sua nonnità e appena può corre ad abbracciare i suoi cuccioli oltremare, ad Anna che si è sciroppata di nuovo gli studi del liceo per aiutare i suoi ragazzi, a Mariarosa che ha fatto un corso di computer in cui è risultata prima per non perdere i contatti con le sue nipoti. E molte molte altre nonne magnifiche.
Il due ottobre è una festa troppo poco nota e di recente istituzione: perché ciò che fanno i nonni per i loro nipoti è senza confini. Certo, ci saranno anche delle persone egoiste e fredde che se ne fregano, ma la maggior parte è colma d’amore e di dedizione. Grande omaggio dunque alla nonnità, a quelle larghe braccia morbidi e soffici, che si predisponevano ad accompagnare nella vita un nuovo essere umano.
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