Non c’è niente di peggio nei rapporti di coppia che uno dei due sia tirchio.
Qualche anno fa mi è capitato di avere un moroso tirchio e mi sono sentita fremere d’indignazione perché, abituata a essere perennemente viziata da quel gentiluomo che era mio marito e prima di lui da mio padre, ero sconvolta nell’osservare il “suo braccino corto”: erano inezie, sulle prime, cose cui non facevo neppure caso, nell’entusiasmo di scoprirmi ancora capace d’innamorarmi dopo tanti anni bui.
Ma poi col passare delle settimane ho cominciato a riunire mentalmente i pezzi del puzzle e ho capito con chi avevo a che fare: quando si andava al ristorante correvo con gli occhi subito a cercare la pietanza meno costosa. Una sera mi ha portato a ballare in una cascina di periferia dove sono stata divorata viva dalle zanzare e mi tenevo la borsa sotto il braccio mentre ballavo perché mai l’avrei abbandonata agli sguardi di chi c’era intorno a me.
Amava la bicicletta e mi sono fatta una cinquantina di chilometri per seguirlo sull’Adda, tornando sfinita e perplessa e incazzata. Occorre aggiungere che era un uomo ricco. E’ durata tre mesi e poi l’ho liquidato senza pietà. Spesso chi è tirchio nella vita, lo è anche nei sentimenti: dà poco e pretende molto e non riesce a far collimare i propri desideri con quelli del partner perché troppo concentrato a proteggere quello che possiede.
Accanto a un uomo dal “braccino corto” non è facile vivere. Regali, cene fuori e week end per lui sono spesso evitabili e superflui, mentre la sua donna avrebbe voglia di essere coccolata con qualche modesta attenzione. Perché sono anche questi piccoli piaceri a favorire un buon feeling di coppia.
C’è il rischio di ritrovarsi accanto uno stitico sentimentale, che dà poco e pretende molto. Che non sa condividere e ha questa ossessione a tutelare quello che è suo, assieme al terrore di perderlo, e inevitabilmente si manifesta con la sua incapacità di donare e di donarsi all’altro emotivamente.
Ammettiamolo, nell’era del “fifty-fifty”, dove spesso si paga a metà, dagli aperitivi alle vacanze, non sempre è facile riconoscere un vero taccagno, almeno alle prime uscite. E quindi il pericolo è di imbarcarsi in una relazione con un uomo che più che amore, ci regalerà solo frustrazioni. La sua tirchieria può contaminare anche la sfera amorosa.
Cosa fare quando si perde la testa per un tipo così?
Il taccagno ha una tattica perfetta e già rodata per evitare di spendere i soldi in ogni occasione. Ci sono persone che apprendono l’avarizia fin da piccoli, con un conseguente approccio alla vita costruito in modo esasperante sul sacrificio e sulla rinuncia. E’ molto frustrante avere un partner avaro, non sentirsi coccolata con piccoli atti di tenerezza e di attenzione ai nostri desideri e ciò suscita insicurezza facendoci sentire non amata e così poco importante da non essere degna neppure di una cena.
E in amore si parte dal presupposto che un uomo di questo genere usi lo stesso tipo di schema relazionale che applica con i soldi: si contiene, è iper controllato e valuta attentamente tutti i pro e i contro, per vedere se gli conviene ed è vantaggioso per il suo tornaconto. Ha un atteggiamento low profile su tutto.
Dopo aver studiato moltissime migliaia di persone, gli scienziati avvertono: il cervello si adatta alle condizioni sociali.
Le femmine hanno più probabilità di essere emotive e i maschi hanno più probabilità di essere sistematici. È come dire che le donne vengono da Venere, gli uomini da Marte, un luogo comune per il quale gli scienziati non mi sembrano facciano niente di che per respingere la definizione di “sessisti”. Certo che ci sono fattori genetici, biologici, ambientali e di educazione, certo. Quindi, cura degli altri per le donne e lavoro e società per gli uomini. La chiave sta qui, di fatto, nelle pari opportunità ancora da realizzarsi.
Meglio soli che male accompagnati? FORSE. Perché, sappiatelo, i single non sono tristi, non sono alla disperata ricerca di un’anima gemella. Di un fidanzato o di una fidanzata. Le persone single sono invece più aperte alle esperienze di quelle che hanno scelto la vita di coppia, hanno un maggiore senso di autodeterminazione.
Da noi sono 7 milioni e danno più valore al proprio lavoro e sono anche più vicini a genitori, fratelli, amici, vicini e colleghi di lavoro. Più positivi. Se i single sono molto spesso felici da soli – sia maschi sia femmine – è altrettanto vero che nel profondo rimane marchiato in noi il sogno di trovare l’uomo o la donna perfetti, quello/a che fa parte dei nostri sogni d’infanzia o di adolescenza. Ma va detto, con somma razionalità dato che sono donna, che la perfezione non è di questo mondo.
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