Sulle prime ho avuto la sensazione di stare con Fogazzaro, su “ Piccolo mondo antico”. Poi c’è stata una decisa sterzata verso il “ Canto di Natale” di Dickens, quindi un ben determinato assestarsi su Liala sino alla parola ”fine”.
Sto parlando di un modesto libretto dal titolo “ Il cielo sbagliato”, di Silvia Truzzi, che innesta le due vicende parallele di una poverissima che nasce lo stesso giorno di una ricchissima e ovviamente le loro vite s’incrociano oltre ogni aspettativa, mentre scorrono in sottofondo i più noti documentari della Film Luce, sulla storia patria fra il 1918 e il 1945.
Ora corre l’obbligo di dire che Silvia Truzzi è una delle colonne del “Fatto Quotidiano” fin dalla sua fondazione e che ovviamente ha tanti cari amici. Gramellini dice che la protagonista Dora è “ la nuova eroina della letteratura”, Buttafuoco che “ …la sua prosa è ipnotica ( su questo non dissento, sotto l’aspetto che intendo io), Saviano che “è nata una scrittrice che affonda le sue parole nello spazio cieco di ogni donna e di ogni uomo” BOOM.
Insomma, sono proprio irritata: il libro è lento, noioso, banale: un ininterrotto “ copiaincolla” da emeroteca, bigini di storia e link editoriali: seminato di piccole indicazioni da guida turistica su attrazioni artistiche e gastronomiche.
Poiché l’autrice dichiara nella postfazione di avere voluto rendere omaggio alla SUA Mantova, mi spiace osservare che non ha raggiunto, a mio modesto avviso, questo obiettivo. Per farne la più benevole delle conclusioni, sintetizzo ; “Una lettura per signorine”.
E sui commenti degli amici, NO COMMENT.
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