A diciannove anni avevo già le mie due figlie, mentre la Junior, i suoi due ragazzi, li ha fatti a quarant’anni. Caso eccezionale? Specchio dei tempi? Nient’affatto, sono solo due storie di vita.
Nel mio caso, l’amore beccato al primo colpo, lasciando la scuola e riprendendola a 33 anni, sino alla laurea: nel caso di mia figlia un lungo girovagare per il mondo, sommando culture ed esperienze, sino al marriage parigino. Appunto, due storie di vita.
Ma i figli, i figli come ci vedono?
I bambini, generalmente, da diciotto anni in su, ci vedono tutti vecchi. Solo un volto osservano sempre con occhi adoranti, ed è quello della mamma, che a loro sembra senza età. Non si pongono mai il quesito su quanti anni abbia la mamma. La mamma è la mamma, e basta.
Certo, non ignoro quanti siano i rapporti infelici fra madri e figli, oppure battute sferzanti come quella di Katherine Mansfield che definisce la gravidanza la più vergognosa delle professioni. O quella perfida di Nietzsche, che sostiene che la madre più che amare i figli, ama se stessa nei figli, ma io la penso diversamente. Per me i bambini e la loro innocenza sono la cosa più grande del mondo, anche se i gemelli della Trilogia della città di K non erano dei fiorellini. Ciascuno emette sentenze e giudizi in base al proprio vissuto, alla porzione piccola o grande di felicità o d’infelicità che ha avuto in sorte.Ma di sicuro l’età in cui si hanno i figli ha la sua importanza.
Io ero una ragazza e sono cresciuta insieme alle mie figlie, creando una simbiosi ancora intatta. E altrettanto è successo alla Junior, sebbene gli adolescenti maschi siano materia da trattare con le pinze. So di certo che non ha fatto preferenze e sarebbe stato un bel rischio, perché il nostro amico Freud sostiene, e credo non a torto, che l’indiscusso favorito della madre per tutta la vita mantiene l’atteggiamento interiore di un conquistatore e quella fiducia nel successo che di frequente lo porta davvero al successo effettivo. Ma questo, è ovvio, a discapito degli altri figli che ne soffrono e sovente ne vengono marchiati a fuoco.
Anni addietro ho stretto amicizia con una prof di filosofia: stavo ristrutturando la biblioteca della mia scuola in via della Passione a Milano e lei mi veniva a trovare di frequente. Un giorno mi ha chiesto “Tu, che sei femminista, dimmi come devo spiegare il femminismo alle mie allieve”. Mi sono limitata a darle una risposta secca “Dì alle tue allieve di allevare bene i figli maschi”.
Chiave di volta di un discorso infinito, anche se ormai certe diseguaglianze non ci sono più. O ci sono ancora in modo sotterraneo.
Conosco una madre che raccoglieva personalmente i peli del rasoio elettrico quando suo figlio si faceva la barba.
Conosco una madre che di fronte ad una coppia di figli esigeva dalla femmina il totale accudimento di casa e fratello.
Conosco una madre che rispettava così tanto – macerandosi- la privacy del figlio, che incaricava me di ficcanasare per sapere se avesse la ragazza.
Storie di vita, alcune così superate da essere raccontate solo come battute, ma altre molto recenti. Donne e uomini sono stati sino a pochissimo tempo fa allevati in modo diverso. Ora fortunatamente le ragazze hanno recuperato con una cavalcata wagneriana secoli d’ingiustizie e magari hanno anche raccolto il frutto delle madri che sono sfilate in gonnellona e zoccoli con le dita a triangolo.
Sì, l’età della madre conta, eccome. Basta un lustro per cambiare mentalità, bastano due lustri per trovare persone completamente diverse, perché oggi il mondo è così accelerato che sei obbligata ad avere una grande fiducia nella forza di gravità, altrimenti potresti rischiare di cadere giù oltre l’orlo della Sfera. Abbiamo fatto progressi radicali, siamo donne nuove e spesso si danno per scontate conquiste pazzesche, neppure immaginabili soltanto una dozzina di anni fa.
Spezzo una lancia in favore delle donne e anche degli uomini che hanno avuto una madre in gamba, che abbia insegnato loro ad andare a buttare la spazzatura e a stirarsi le camicie da soli. Mio genero sa anche attaccarsi i bottoni e credevo glielo avesse insegnato sua madre. “No, no”, mi ha detto, facendomi ridere. “E’ stata tua figlia”
Pepi dice
Cosa posso dire ? Hai detto tutto tu !! Lo specchio della vita di una maman . Possono cambiare storie e persone, ma il succo è lo stesso! Succo di “ ciliegie “ ovviamente.