I lettori di Piperno credo siano un tantino manichei. O lo odiano o lo amano, non ci sono vie di mezzo. Esattamente per le stesse ragioni: è uno snob troppo affettato/ è un raffinatissimo cultore di Proust.Usa disgustosi termini come “apotropaico”, che tu corri subito su Google a vedere cosa voglia dire e che dopo un istante hai di nuovo dimenticato. Il suo stile è insopportabilmente pesante e pedante come ogni docente universitario che si rispetti ha una eccelsa prosa e inoltre sembra possegga un numero di parole superiore a quello di un comune mortale…
Potrei continuare così per un bel pezzo e non sposterei di un millimetro i pro vax dai no vax. Perchè Piperno è come un virus che se ti entra dentro deve trovare un appropriato sistema immunitario. Ma sono certa, tuttavia, che questo libro possa mettere d’accordo le due fazioni.
Perché, alleggerito da certe civetterie decisamente proustiane che gli vengono tutte dai suoi studi profondi, azzeccato un accattivante e indovinato plot, in cui l’ironia prevale sulla dottrina, possa davvero incontrare il favore anche dei consueti detrattori, che non avevano risparmiato “Con le peggiori intenzioni “ o “ Il fuoco amico dei ricordi”.
”Di chi è la colpa è il nuovo, bel romanzo del vincitore di un premio Campiello Opera prima, di un premio Strega, un premio Viareggio e del francese Prix du meilleur livre étranger.
Il protagonista di questo romanzo è il giovane figlio di una reticente insegnante di matematica e di un esuberante e chiassoso irresponsabile, sempre sul punto di fare il colpo della sua vita.
Mai si potrebbe immaginare una coppia peggio assortita; in questa famiglia disfunzionale le istruzioni per l’uso si rifanno all’indiscutibile atto di malafede di chi cerca di attribuire ad altri le responsabilità delle proprie malefatte o della propria infelicità.
Un ragazzino introverso, abituato a bastare a se stesso e a cercare conforto nella musica e nei propri pensieri, senza mai aver sentito parlare di nonni o parenti in genere. Sulla soglia dell’adolescenza, da un giorno all’altro, scopre un ingombrante passato e tutto il suo mondo cambia.
Abituato da sempre a grandi sacrifici e ad un’austerità soffocante, d’un tratto entra a far parte di una famiglia nuova di zecca, in cui inaugurerà una vita di clamorosa impostura: sua madre ebrea aveva sposato un gentile e era stata estromessa da eredità e affetti della famiglia.
Nel nuovo ambiente, il ragazzo incontrerà personaggi affascinanti, viaggerà, frequenterà le migliori scuole. In questo romanzo affascinante, Alessandro Piperno compie una perfetta sintesi delle sue doti di narratore, affabulatore, umorista, dai geniali coup de theatre e al tempo stesso abile e insinuante cercatore degli strati più profondi della psiche umana.
È in occasione di un “bar mitzvah” che lo sbalordito narratore incontra le due persone che caratterizzeranno la seconda parte della sua vita: la cugina Francesca, bella, misteriosa, fascinosa, colta, e lo zio Gianni, capofamiglia bizzarro ed arbiter elegantiarum, che diventerà il suo mentore, dopo che tragici eventi lo privano dei suoi genitori.
Lo zio Gianni lo forgia a sua immagine, insegnandogli un modo di vivere alto borghese e rendendolo parte della grande famiglia Sacerdoti, dove ipocrisia, dissimulazione, doppia morale non mancano, insieme a una grande ricchezza e a un potere sociale indiscusso.
Durante un indimenticabile e spassoso un viaggio a New-York, dove lo zio mecenate ha accompagnato tutti i nipoti, il giovane narratore fa in tempo a innamorarsi perdutamente della spregiudicata e sfuggente cugina Francesca.
Questo ci fa entrare nella Roma Anni Novanta e nel doppio registro del parlato quotidiano pieno di turpiloquio e di una elegante lingua letterale. C’è dramma e ironia, c’è ricchezza e miseria, c’è emarginazione e inclusione, c’è un rapporto difficile con la religione e con l’ebraismo, con la giustizia.
Piperno esplora le ambiguità dei legami familiari e dei vincoli di sangue, attraverso la lente deformante della colpa. Ma il romanzo di Piperno deve molto del suo fascino alla padronanza di una lingua viva, intelligente, a tratti acrobatica, Il tema della colpa è declinato in una dimensione familiare. Nella famiglia Sacerdoti si respira un senso di megalomania, e persino l’ ebraismo diviene una cosa poco seria, una coccarda da ostentare in società, simbolo di distinzione intellettuale.
Di Piperno e delle infinite sfumature del suo stile, della trama che, per affetto, non vi ho rivelato sino in fondo, si potrebbe davvero parlare per ore perché la sua poliedrica ed esuberante “verve” stuzzica la nostra e ci fa spesso compiere peripezie interpretative. Ma tutto è voluto, tutto ha un obiettivo. Piperno è Piperno, c’è chi lo ama , c’è chi lo odia.
Approfitto di Piperno per raccontarvi che, fra i vari club di lettura di cui io faccio parte, c’è quello delle cosiddette “Menti Aperte” – nomem est omen- condotto dall’eccellente Denise Alberti. Uno degli aspetti caratteristici di questo club letterario consiste nell’avere un cotè artistico, gestito da lei e dal professor Letterio Gerli, che ci omaggia ogni giorno sulla nostra chat, oltre all’incontro mensile, di una interessante pagina d’arte. Il gentile professore si è ingegnato a trovare un gradevole metodo per saltare a piè pari il lockdown, spaziando nell’arte dall’alfa all’omega. Ne è uscito così un dilettevole libricino, dedicato proprio a noi, in cui si può agevolmente passare da Andy Warol a Giotto, da Hopper a Van Gogh, dal Bellotto a Canova, dal Botticelli a Constable, Leonardo, Manet, Renoir, raccontandoci sempre qualcosa di inedito. Il nostro caro Erio ci ha insegnato moltissime cose, perché l’arte è come argilla e possiamo farla diventare qualsiasi cosa, passandola dalle nostre mani a quelle di altro. Ebbene, con finezza e vasta cultura, il nostro storico dell’arte ci ha fatto scoprire tanti sfiziosi aneddoti, volando con una specie drone, ai tempi del covid sul vasto mondo. Vale veramente la pena che anche voi, mie care follower, ne siate messe al corrente e, nel caso desideraste entrare in possesso del libro, rivolgetevi al “Coffice”, in via Olona 11.
Renata Annable dice
Paola, sei geniale !! Brava brava