Dopotutto non sarà un caso che immediatamente dopo l’amore mi metta a riflettere sull’amicizia.
E già il dopo m’inquieta, perché fra questi due potenti sentimenti è una bella corsa e non è affatto detto quale dei due venga prima dell’altro. Ma andiamo per ordine. Invece di svelare alla fine della storia che il maggiordomo è l’assassino, comincerò col dare subito la mia definizione dell’algoritmo dell’amicizia.
Sappiamo grosso modo – stringi stringi – che un algoritmo non è altro che una semplice procedura che tenta di risolvere un determinato problema applicando un certo numero di passi elementari. Insomma, detto papale papale, una formula. Cosicché a mio avviso la formula è questa: il solo modo per avere una buona amica è quello di esserlo.
Io sono stata fortunata: esulando dagli uomini che ho amato e che mi hanno amata, ho avuto per tutta la vita grandi amicizie. Non è merito, è solo fortuna, mi hanno spiegato, così ne parlo a cuor leggero, senza timore di vanterie.
Ma non potrò mai dimenticare che molti anni fa cercando con un’amica una medaglia o qualcosa del genere sull’amicizia, abbiamo trovato soltanto quella di Castore e Polluce. Perché anche nell’amicizia la supremazia è stata maschile. Perché le donne sono sempre state dalla parte dei fidanzati/mariti/figli prima che delle altre donne. Ma ora le cose sono cambiate. Ora le donne sono uscite dal tunnel ed è apparsa la luce.
Uno studio recentissimo ha stabilito che la maggior parte delle donne sceglie come confidente un’amica piuttosto che il proprio partner. Non sarà stato per effetto di Sex & City, vero?
Non credo. Perché il vastissimo sondaggio ha fatto emergere alcune ragioni precise. Quelle che con un’amica si possa parlare di tutto, che un’amica sappia ascoltare più del proprio coniuge, che all’amica si possano dire cose che al partner non si sarebbero mai dette. Il 39% sostiene che con le amiche si rida sino a piangere, per il 29% che si possa essere totalmente se stesse, mentre il 25% ammette che si abbia molto di più in comune. Il 40% afferma che alle amiche piacciano le nostre stesse cose e che offrano consigli migliori.
Ora sappiamo bene che la statistica è quella cosa per cui se io non mangio polli e tu ne mangi due, risulta che ne abbiamo mangiato uno a testa. Tuttavia le voci corrono, tutte noi ragazze leggiamo inchieste e sondaggi sulle riviste, ci siamo rimpinzate di libri di psicologia e abbiamo occhi per vedere che al cinema e a teatro e ai concerti le amiche sono con le amiche.
Il vecchio Aristotele disse che un amico è un’anima sola che vive in due corpi. E questa mi piace molto. Facendo la solita rapida carrellata su quanto è stato detto sull’amicizia, nei miei famosi libretti – che sembra vi piacciano molto-, ecco quanto si è detto in passato.
Menandro ha scritto che per il corpo malato occorre il medico, per l’anima l’amico, la parola affettuosa che cura il dolore. Amici si nasce, non si diventa. L’amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce a metà e quel che rende indissolubile un’amicizia e ne raddoppia l’incanto è il sentimento che manca all’amore, cioè la sicurezza ( Balzac, ne Le Illusioni perdute). E Byron che l’amicizia è amore, senza le sue ali. Alcune persone si rifugiano in chiesa, altre nella poesia, io nei miei amici, ha scritto Virginia Woolf.
Insomma, per quello che ho potuto vedere nella mia vita, un’amica è una persona con cui puoi essere sincera, da cui non è mai necessario difendersi, su cui puoi contare sia che sia presente o assente, con cui non si ha mai bisogno di fingere, a cui ci si può confidare se stessi senza paura di essere traditi, che non crede di possederti perché sei sua amica, che non ti usa egoisticamente perché ha la tua fiducia. Gli amici si meritano. E bisogna meritarli sempre, senza interruzione, correndo ogni giorno il rischio di contraddirli e di perderli. Un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci. Ogni amicizia è un romanzo nel quale s’intrecciano continuamente due “io” narranti.
Volere le stesse cose, questa è un’amicizia. C’è un criterio infallibile per stabilire se qualcuno ti è amico: il modo in cui riporta giudizi ostili o scortesi sulla tua persona. Il fatto che riprenda l’amico in segreto e lo lodi in pubblico.
Un’amica è una persona con la quale io posso essere sincera, davanti alla quale posso pensare a voce alta e lasciare cadere senza timore la maschera che s’indossa sempre in pubblico, vuoi per buona educazione, vuoi per quelle piccole ipocrisie che fanno parte del vivere civile. Chi smette di essere amico non è mai stato amico.
Lo penso davvero, perché l’amicizia è uno splendido sentimento, colmo di mille emozioni, che ci permette di crescere insieme dopo aver scelto per puro caso, e che spesso dura tutta la vita. A volte accade che non ci si possa sentire per lungo tempo, ma basta un incontro casuale o una telefonata perché scatti immediatamente la scintilla dell’antica complicità e ci si possa sentire come se il tempo della divisione non fosse mai esistito. Come se ci si fosse sentite la mattina prima. Se poi succede un dramma come la morte di un’amica, ci sembra che sia stato lasciato vuoto un pezzo di cielo.
Oggi le donne sono sempre più amiche fra di loro, superando quella sgraziata competizione che era stata indotta da una società maschilista, sempre ansiosa di mantenere il potere. Ciò lascia ben sperare per il futuro. Confidiamo nell’amicizia, rinsaldiamo le amicizie, prodighiamoci per renderle sempre più preziose. E sicuramente il mondo sarà migliore. E cosa ne pensate voi, amiche geniali, dell’amicizia? Quali sono state le vostre esperienze? Sarebbe bello aprire un dibattito sull’argomento. Vi aspetto.
Antonio dice
Cara Paola, sono entrato casualmente nel tuo Blog e ho notato subito che si parla di amicizia al femminile, che si accenna al maschilismo e si parla di moda.
Io invece, dopo due divorzi, come Diogene, e con l’aiuto di una lanterna, non cerco donne o uomini,
ma persone.
Auguri, Antonio-