Davo per scontato che Silvia Avallone col suo Acciaio e la sua Amicizia, prima ancora che con Cuore Nero che uscirà fra poche ore, avesse già detto tutto quello che c’era da dire sull’amicizia fra ragazze. E’ un argomento che mi è molto caro perché ne ho fatto uno dei miei fondamentali e ne ho scritto spesso con passione. Dipende dal fatto che sono convinta che la prima amica del cuore sia il concentrato di tutto il nostro eros, che affonderà le radici sempre più in profondità dentro di noi per lasciare un segno indelebile. Beato chi ha avuto un’amica/o del cuore.
Io ricordo ancora la mia, con la quale, fra la versione di greco e la decifrazione di quell’odiosa logica hegeliana, innestavamo il ruolo del “Selvaggio” e a giorni alterni facevamo Marlon Brando o Mary Murphy, simulando il manubrio della moto che ruotava e facendo wron wron wron con la bocca, per poi abbracciarci con ardore. Mi sento addosso una dolce tenerezza al pensiero. Io e Franca a tredici anni eravamo due corpi e solo un’anima, esattamente come La Malnata di Beatrice Salvioni, che nella scena della Messa di Natale ha scritto, guardando Maddalena “ …era lei a illuminare ogni cosa”, confermando quanto sia sottile la linea di demarcazione fra amore ed amicizia, quando due ragazze si scelgono e, nell’emergere dalla solitudine dell’età a cavallo fra infanzia e adolescenza, così piena di insicurezze e ansie, soltanto nella forza di una vera amicizia possano sentirsi amate e stimate.
In Malnata poi siamo di fronte a un caso limite. Qui tutto è disgustoso: il libro narra l’incontro fra due dodicenni che appartengono a due fasce sociali molto lontane e che si guardano e si cercano con gli occhi ma devono faticare molto per fare sbocciare il loro rapporto per via della pessima e inquietante fama di Maddalena, associata al Male e alla Morte.
Beatrice Salvioni ha sicuramente un cotè horror piuttosto consistente perchè indugia volentieri su scene raccapriccianti, laddove il fiume è solo fango, le madri sono delle puttane, i padri assenti e ladri e chi rispetta le regole gente da mettere al palo. Malnata incarna in perfetta sintesi l’irregolarità e poco a poco le due si legano, essendo Francesca disposta ad andare contro tutto e tutti pur di farsi amica Maddalena. Monza è il luogo dove si svolge il romanzo, con qualche scena azzeccata, tipo la corsa di auto o i memoriali.
Disposta a tutto, in un crescendo di sentimenti che la obbligano a sottoporsi alle prove più crude per la sua educazione borghese e per superare gli ostacoli. Succedono molte cose, episodi spesso disturbanti tipo il taglio della lingua di un’oca o anche il modo con cui ogni ragazzo e ogni uomo in genere è descritto diabolicamente: non parliamo della fine, che ritengo addirittura risibile. Per concludere, ancora due o tre cattiverie: i ringraziamenti nella postfazione elencano una trentina di persone, senza le quali il libro non avrebbe mai visto la luce.
Ho pensato ancora a me, quando a metà dicembre di un paio di decenni fa, ho mandato il mio “Questione di classe” in Rizzoli, dentro una gran busta gialla e per l’Epifania mi era stato quasi fatto il contratto per telefono. Cos’è l’editoria oggi? Come è possibile che un libro debba essere il prodotto di tante mani? Va bene che qui dietro la squadra c’è mister Baricco, la cui scuola Holden è stata frequentata da Beatrice, ma in genere, anche senza quel fiume di umanoidi che rispondono al nome di esperti di marketing, di cui tutti noi abbiamo almeno un esemplare in famiglia, -io, mia figlia- si tendono a fare promozioni insopportabili.
Se La Portalettere è stato il libro più amato dai lettori nel ’22 e se di Malnata c’è stata la traduzione in 32 lingue ed è già pronta la fiction, si deve chinare la testa e fare silenzio. Il degrado del gusto è ancora lontano dalla fine, temo. E comunque, naturalmente si è capito, delle due amichette, Malnata sono io.
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