Qualche giorno fa, seguivo come sempre Augias, una mezzoretta prima di pranzo.
Praticamente è l’unica trasmissione che vedo, dopo avere ghigliottinato anni di talk show che mi consumavano il fegato ed avere imboccato la via della serie tv, di cui mi sento una delle massime esperte su piazza absit iniuria verbis.
Dunque seguivo Augias e al posto dell’ospite appare una specie di Venere del Botticelli, vivacemente abbigliata, che ha scritto un libro. Penso: una donna di simile fattezze avrà qualche difetto.. Macché, è intelligentissima. Poi penso: tante virtù riunite in una sola persona? Possibile? Sarà almeno poco informata. Nient’affatto, è un pozzo di sapienza. Insomma, davanti alla culla di Beatrice Venezi nessun patto di belligeranza fra dee gelose ha impedito a questa incredibile fanciulla ventinovenne di Lucca di diventare il più giovane direttore d’orchestra del mondo.
Ora ha scritto il libro che personalmente aspettavo da una vita. Un libro che insegnasse a me, che faccio parte degli Amici del Loggione ma non so leggere le note, a capire cosa c’è su ogni riga del pentagramma, o di che metallo è fatto un flauto, o immaginare il gruppo di artisti squattrinati della Bohème come se fossero i protagonisti di Friends, o di parlare di Carmen come di una femminista ante litteram: insomma un libro interessantissimo dove, in uno stile limpido ad arguto da vera lucchese cresciuta a pane e Puccini, racconta la storia della musica dal canto monodico gregoriano alla musica elettronica, la storia degli strumenti e del loro rapporto d’amore con gli strumentisti, le trame delle opere come fossero plot di serie tv e fa una avvincente carrellata sui compositori più celebri.
Ma soprattutto ti coinvolge brillantemente in un crescendo rossiniano, in un allegro con fuoco. Un libro che tutti dovrebbero tenere sul comodino, scritto da una ragazza troppo bella per essere vera, che Forbes ha inserito fra i cento under trenta più influenti al mondo e che, promuovendo come sta facendo il suo libro in questi giorni si vede spesso in tv, ma mai come è apparsa da Augias, un po’ understatement, un po’ fuori dai riflettori, con una grande pacatezza che le ha consentito di raccontare bene il suo intento di stuzzicare con le sue parole i giovani e farli avvicinare alla musica classica ed in particolare all’opera, di cui è una vera fanatica. Lei, che “sente” materialmente il flusso delle persone che ha alle sue spalle durante un’esecuzione, lo trasmette agli orchestrali con la sua verve e il suo carisma.
Il suo modello è Bernstein e i suoi maestri altri nomi celebri. Non ama farsi chiamare “direttrice”, ma direttore: si è esibita a Napoli, a Sofia, in Georgia, a Barcellona e ultimamente al Suntory Hall di Tokyo, ed è famosa in tutto il mondo. Appassionandosi al pianoforte per poi studiare composizione e direzione d’orchestra, ha preso il diploma come “direttore d’orchestra” al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con il massimo dei voti. Beatrice ha ammesso di essersi sempre trovata molto più a suo agio all’estero rispetto all’Italia perché ha potuto notare molti pregiudizi riguardo la sua giovane età e, soprattutto, il suo essere donna. È molto riservata circa la sua vita privata. E’ veramente un personaggio di cui sentiremo parlare per molto tempo.
ENEA bAJ mACARIO dice
cONDIVIDO, GRAZIE PER IL COMMENTO CHE MI HA INDOTTO AD ACQUISTARE SUBITO IL LIBRO E MI RIPROMETTO
DI ASCOLTARE ESECUZIONI DELL’AUTRICE,APPENA POSIBILE.
qUESTA GIOVENTù CONFERICE OTTIMISMO PER TUTTI NOI